Alla scoperta delle Canarie: Lanzarote “isola pianeta”
Le isole Canarie possono essere una vera chicca in questo periodo dell’anno. Se si vuole un po’ di primavera a portata di mano. Senza fare il giro del mondo. Ho deciso così di fare un “salto” subito dopo le feste, puntando sulle due isole che più m’intrigavano. Lanzarote in primis, e poi appena di fronte, Fuerteventura.
Lanzarote è veramente un’isola pianeta. Rubo questa stupenda espressione da Giorgio Manganelli, che la coniò perfettamente per l’Islanda. Ecco, se avete visto l’Islanda, immaginatela in miniatura, qui, accanto all’Africa dei venti caldi, in mezzo all’oceano azzurro, evidentemente senza ghiacciai eterni.
Il Parco Nazionale di Timanfaya
Vulcani, crateri, rocce nere, terra rossa. Ovunque. La prima cosa che corri a vedere quando atterri su questa piccola Marte, è infatti Il Parco Nazionale di Timanfaya. Un po’ l’emblema del posto e del suo fascino primordiale.
Timanfaya si estende sulla porzione meridionale di Tinajo e sulla porzione settentrionale di Yaiza, su di una superficie di circa 51,07 km². Praticamente un quarto dell’isola. Ed è completamente composta da un substrato geologico vulcanico.
Lo scenario è incredibile. Per chi è appassionato, come il sottoscritto, qualcosa di memorabile. L’unica nota davvero negativa del parco, che gli spagnoli conservano con cura, è il fatto che il tour al suo interno avvenga esclusivamente a bordo di un pullman!
Se penso ai “rischi” islandesi, appunto, mi viene quasi da ridere. Le più grandi eruzioni avvennero fra il 1730 ed il 1736. L’attività del vulcano è comunque ancora viva, come proverebbero le temperature rilevate ad una profondità di 13 metri sotto la superficie e che oscillano fra i 100 ed i 600 °C.
Nel 1993, l’UNESCO ha riconosciuto a quest’area la qualificazione di riserva biosferica. Del resto il riconoscimento si esente a tutta l’isola di Lanzarote, che deve il suo nome a Lanzerotto Malocello, navigatore genovese, originario di Varazze (SV), primo a scoprirla nel 1312.
Uno scenario da film
E’ stato soprattutto l’impegno dell’architetto locale César Manrique (vedremo più avanti le sue opere, qui nelle foto potete osservare “El Diablo”, simbolo del parco), a salvare questo posto. Unico al mondo.
Tutti gli amanti del grande cinema poi ricorderanno come Stanley Kubrick venne proprio qui, per girare alcune scene, quelle iniziali, “L’alba dell’uomo” del suo film cult ‘2001: Odissea nello spazio’.
Più recentemente, Almodovar, è tornato a Lanzarote per girare parte di ‘Los abrazos rotos’, dove l’incidente di cui è vittima la protagonista ricostruisce fedelmente quello in cui è morto Manrique.
Punta del Papagayo: tra i tramonti più belli del mondo
Stilare una credibile classifica dei migliori tramonti del mondo è un po’ utopico; non ci riusciamo nemmeno nella nostra privata esperienza di viaggiatori. Posso però senz’altro inserire le Canarie, e soprattutto Lanzarote, nel mio diario personale, alla pagina albe e tramonti da ricordare.
Questa serie di scatti che vi mostro provengono da Punta del Papagayo. Un promontorio che è diventato Riserva Naturale protetta per la sua posizione strategica e il suo fascino selvaggio.
Per raggiungerlo esiste una strada (a pedaggio, 3 euro) sterrata che si snoda fino a quasi alla punta. Dove un piccolo bar si affaccia proprio sulla caletta, sulla playa incontaminata.
Da lì una passeggiata di pochi minuti porta proprio sulla punta del promontorio, da dove si può ammirare un orizzonte mozzafiato, con le altre isole sullo sfondo, ma soprattutto godendo il tramonto del sole nel mare.
Le distanze sono perfette per “giocare con il sole”, come potete vedere. La luce e i colori sono incredibili. Il posto si può raggiungere anche via mare, con il Taxi Boat Papagayo, che salpa 4 volte al giorno da Playa Blanca.
Testo e foto © By RondoneR
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