Uno scenario da fiaba
Non ero mai stato a Merano. E scoprirla nel periodo che precede il Natale, sotto la prima neve che quasi mi ha accompagnato per mano è stato come avventurarmi in una fiaba. L’occasione è il #xmasmerano, un blog tour originale e divertente, che consiste in un’amichevole caccia al tesoro con sei tappe per scoprire cittadina e dintorni.
Merano è veramente bella. Elegante, aristocratica, antica. Siamo stati ospitati nella storica casa di Ottmanngut, una dimora d’epoca immersa nella quiete di un giardino, dove le palme poi innevate dimostrano come il microclima di Merano permetta anche un tepore tropicale.
l’Ottmanngut è un “Suite & Breakfast”: Spaziosa eleganza ed ospitalità familiare. Arredata con mobili di famiglia, che vanno dal tardo ‘700 al Biedermeier e allo Jugendstil. La favola comincia qui.
La cena la passiamo dentro le grandi palle di natale (’Kugln Terme’) che sembrano igloo, sul Lungo Passirio, illuminato per le feste. Addobbato perfino da noi stessi che ci scaldiamo per partire, la mattina dopo, sotto un’abbondante nevicata.
Il cuore autentico di Merano: profumo di tradizione nella casa museo della signora Vanni
La prima tappa è nel cuore di Merano. Nel vecchio quartiere stretto di Steinach, fra affreschi gotici e scorci severi. Proprio in via Steinach c’è la casa museo della signora Vanni. Di OmniVanni, per essere precisi. Cioè “mamma Vanni”.
Lei, Marialuisa Galeardi, che dorme nell’unica camera senza riscaldamento per tenersi in forma, è una deliziosa e vispa signora che prepara strepitosi biscotti di natale in una casa ricca di tesori di famiglia e di storia. Raccolti in una vita. Custoditi con amore.
Dalla cucina al salotto, lungo il corridoio del tempo, è tutto un fiorire di cimeli, bambole, vestiti, porcellane, macchine per la pasta, orologi a cucù, foto di Merano di un secolo fa. Il tuffo nel passato è conturbante, prezioso. La cucina poi ti avvolge fra mestoli e pentole di rame nel profumo dei frollini appena caldi.
Direzione Castel Tirolo
Grande è la tentazione di rimanere lì, a chiacchierare con l’ospite che sforna insieme ai dolci i ricordi di un tempo, ma è tempo di inseguire la prossima tappa, la seconda stazione, che ci porta fuori città, verso il castello che da il nome all’intera regione: Castel Tirolo.
Tale è la bellezza e l’importanza del luogo, per di più visitato sotto una tormenta di neve, che ci sembra adeguato dedicargli un’attenzione speciale. Lo Schloss Tirol, il più famoso e importante castello dell’Alto Adige e probabilmente dell’intero Südtirol, dato che la famiglia gentilizia del Tirolo gli ha dato il nome.
Per raggiungere dalla città, la cima della rocca, che domina la conca di Merano, sull’imboccatura della Val Venosta e sulla Val d’Adige, abbiamo preso un bus (il 221) davanti alla fermata presso l’Hotel Palace, il biglietto (1,50 euro) si può fare a bordo. Per orari e attività c’è il sito ufficiale.
La strada che porta al castello è chiusa al traffico. I veicoli possono essere parcheggiati nell’abitato di Tirolo (parcheggi a pagamento di fronte al minigolf o alla Cassa Raiffeisen). Si raggiunge poi il castello con una passeggiata di 20-30 minuti. Sotto la neve, fermandosi a fare milioni di foto, magari un po’ di più.
Il maniero fu edificato a partire dal 1138, presumibilmente su strutture precedenti. La posizione è molto strategica. La rocca principesca è chiamata dai tirolesi “das Herz des Landes” (”il cuore del Paese”). I conti di Tirolo, dopo lunghe e sanguinose lotte, diventarono il casato più importante di tutta la regione.
Il complesso del castello comprende a nord il possente mastio difensivo, affiancato da ciò che rimane dell’edificio residenziale, e a sud il palazzo di rappresentanza a due piani. A est c’è la cappella gentilizia, anch’essa a due piani, tipica architettura concessa solo ai signori territoriali d’Impero; ancora più a est c’è infine il palazzo residenziale.
Pur senza essere espugnato il castello subisce molti attacchi. Difeso ad oltranza dall’arciduchessa Margherita che abdica nel 1363 segnando la fine del periodo aureo di Castel Tirolo. I conti tirolesi frequentano altre abitazioni e alla fine del secolo XVI siamo in piena decadenza. Nel castello rimangono solo un castellano, un cappellano e un cacciatore.
Nella prima metà del 1600, l’angolo nord-est, viene abbattuto per evitare un franamento più grave e viene dimezzata la torre. La parte inferiore della torre è tutt’ora originaria, mentre la sua sopraelevazione è dovuta ad un restauro del 1904. Devo dire che sono stati molto bravi nella ricostruzione, anche se forse la chiusura ermetica totale sul tetto della torre è un po’ limitante per la vista.
Diversi comunque sono stati i restauri (dal 1887 al 1898 fino al 1912). Il castello, dopo i diversi passaggi tra Germania, Austria e Italia è oggi proprietà della Provincia Autonoma di Bolzano, che lo ha completamente ristrutturato con l’aggiunta di un museo storico ed archeologico.
Nel tempio ubicato nella torre ci sono reperti rinvenuti nell’arco alpino e che mostrano tracce umane risalenti al VII secolo a.C. Lungo il percorso che si snoda dal Palazzo orientale fino alla Sala degli Imperatori ci sono invece gli elementi dell’epoca medioevale.
La stessa storia della costruzione del castello viene descritta descritta dettagliatamente, grazie all’ausilio di una simulazione al computer, che sovrappone le diverse fasi di costruzione. Il mastio è infine dedicato alla storia del XX secolo della regione dal 1898 al 1992. Originale e curiosa per la neutralità con cui raccoglie cimeli e ricordi di ogni epoca.
Alla base del castello in questo periodo si possono visitare i mercatini che stiamo per presentarvi, e si può godere di un tiepido ristoro con la banda in costume (c’è anche una sfilata tradizionale al mattino) e delle simpaticissime pecore molto socievoli.
Il mercatino di Natale del Castello: goloso e suggestivo
Non potevamo dimenticare il piccolo mercatino di natale ospitato al suo interno, dove incontriamo Julia Ellenmunter, che ci spiega come produce personalmente le sue gentili e curiose ceramiche.
Comincia il nostro shopping di regali, che diventerà febbrile in luoghi come questi. In mezzo a prodotti artigianali, originali e regionali. Quando torniamo a Merano infatti, la terza e la quarta stazione si trovano proprio in mezzo ai mercatini di Natale, famosi in tutto il mondo.
Le casette sono state rinnovate. Hanno un design particolare, che ricalca il profilo delle montagne circondanti. L’azienda Rubner le ha costruite pensando ad un progetto di eco-sostenibilità.
Bè, vi posso garantire che il sottoscritto, non proprio un’appassionato dei mercatini nostrani, ha fatto almeno 4 volte il giro di questi piccoli scrigni di primizie, leccornie, giocattoli e doni di ogni tipo.
Dai formaggi al vin brulé, dalla polenta allo speck, dalle grappe ai dolci e al pane di ogni tipo, sei avvolto da profumi che catturano più delle sirene d’Ulisse, tutte locali come sottolinea il giovane Christian Maier, gastronomo altoatesino. In mezzo a cornici fatate di luci e grondanti di decorazioni e giochi in legno che ti fanno tornare bambino subito. E magari non tornare più adulto, finto responsabile.
Arrivederci al presepe vivente
Mi perdo sotto i portici di Merano fra le luci ovattate di questo presepe vivente imbiancato e rigoglioso. Penso che questo è un Natale speciale, nonostante tutto. Forse perché questa terra in epoca romana era detta Maia. Che buffo.
A furia di distrarmi però mi perdo la penultima stazione, quella di Scena, dove c’è un altro castello, nobile e pieno di fascino perché ancora vissuto. Peccato, ma è una buona scusa per tornare…
Mi consolo con l’ultima tappa. Un meraviglioso regalo dentro la casetta a forma di albero di Natale di Alessi, che ci dona le strepitose palle in vetro soffiato per un presepe dal design originale e geniale. Un regalo inaspettato e apprezzatissimo. Trovato non sotto, ma dentro l’Albero. Più Natale di così..!
La mattina seguente sono costretto a salutare Merano in mattinata, con un sole che abbraccia e bacia. Faccio a tempo a vedere la sfilata in costume che sale vero il Duomo. Bello e senza fronzoli. Saluto ed esco dalla fiaba con tanta nostalgia.
Grazie a Merano, grazie ai suoi squisiti organizzatori di tanto divertimento. Ci ritroveremo sui vari siti, i blog, le pagine Facebook o i profili Twitter che elenco in parte qui sotto. Ma sarà sempre meglio dal vivo. Buon Natale a tutti!
Info utili:
meranerland
meranolife
mercatini merano
meranoedintorni facebook
pressway
#xmasmerano
Testo e foto © By RondoneR
Già su travelblog.it: Merano & Castel Tirolo