L’invasione degli scooter elettrici: il futuro delle città è il monopattino

Li ho provati personalmente. Ed è stato subito amore. Vi racconto tutto (pro e contro).

Torno ora da Parigi.

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Ci vado spesso, ma con intervalli abbastanza lunghi per notare i suoi costanti cambiamenti . Così ogni volta ci sono aspetti innovativi che vivo in primo persona.

Fra le varie cose quest’anno (ma sono arrivati nell’estate del 2018, a Londra anche prima) non ho potuto non essere letteralmente “investito” dall’invasione de Le scooter, che in francese sono i monopattini. Elettrici.

Per lo più (ed è questa la vera notizia) sono sharing, ma a differenza del Velib’ (il servizio di bike sharing parigino, unico) sono divisi in diverse società, soprattutto americane, ognuna con i suoi mezzi, ognuna con la sua app.

Poteva quindi un fanatico del traffico alternativo,  quale il sottoscritto, non mettersi alla prova su questi piccoli gioielli dello spostamento ecologico?

Bird Scooter

Ebbene, ne sono rimasto totalmente sedotto.

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Limes, Bird, Voi, Flash (credo tedesca) . Ce ne sono un mucchio. Perfino troppi. Facilissimi da usare, facili da trovare, utilissimi. App semplici, intuitive, che godono del roaming europeo. Grazie anche i sistemi di pagamento moderni. Sempre più funzionali. Altro che quelle macchinose iscrizioni già con carta di credito anche dei primi bike sharing.

Insomma: il futuro.

Metteteci che Parigi è praticamente tutta piatta, asfaltata quasi ovunque, con ciclabili già perfettamente funzionanti. Occorre altro per capire che si sono completamente impadroniti della città?

Non è un caso che questi skateboard per borghesucci, quali siamo noi tutti, sbarchino dallo Zio Tom. Da quelle parti lo stanno capendo. Il traffico cittadino, quello centrale, delle metropoli popolose non può più appoggiarsi ai vecchi mezzi di spostamento. Parigi ha una metropolitana meravigliosa, taxi, uber, car sharing, bike sharing, motorino sharing, eppure soffoca. Nelle ore di punta, nonostante una viabilità, anche urbana, nettamente superiore alle nostre, resta imbottigliata. Sono in troppi. Per non parlare dell’inquinamento.

Così la possibilità di prendere al volo un mezzo leggero, rapido, facile e pulito come il monopattino fa bingo. Non solo. Il suo fascino è che resti in superficie. Ti godi la città. Vai dove vuoi tu. Senza fermate, caschi e segnaletica da rispettare.

Poesia.

Ok, abbiamo elencato i pregi. Affrontiamo anche i contro. Pochi, ma ci sono.

Intanto occorre ovviamente una regolamentazione. Per ora c’è troppa anarchia. Gioiosa e rivoluzionaria, ma anche terribilmente pericolosa. Non essendoci regole gli scooter viaggiano, con una certa velocità, in ogni direzione. Come le biciclette ma più acceleranti. Il fatto è che sono più silenziosi, meno ingombranti e quindi potenzialmente invisibili. Il rischio incidente è alto, sia con gli altri mezzi, sia con i pedoni.

Il casco è consigliato, ma non obbligatorio. Soltanto i maggiorenni che possiedono una patente di guida potranno noleggiare i monopattini. Ma chi controlla? Credo che siano omologati per un singolo viaggiatore, ma ne vedi spesso due, magari con i bambini, perfino in 3.

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Non ci sono postazioni. Così ognuno li lascia dove preferisce. Sempre in teoria non dovresti circolare sui marciapiedi, ma è lì che ne trovi la gran parte. Un sistema geolocalizzante prova a vietare certe zone, ma come da noi per il car sharing viene facilmente aggirato. La qual cosa comporta un bel caos per i pedoni.

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Infine, ma questo per me non è un contro, solo una necessità (almeno iniziale): sono piuttosto cari. Del resto, chi preferisce prendere un mezzo per evitare un paio di km a piedi è giusto che paghi. Salato pure. Diverso è adoperarlo bene. Considerando che ha circa 32 chilometri di autonomia e può viaggiare ad una velocità massima di 24 chilometri all’ora.

Come detto la quasi totalità è ancora sharing, ma sono tanti i parigini che se ne comprano uno privato. Perché ottimizzi la spesa. Infatti da Fnac sono i protagonisti in esposizione.

Ora. Le domande che so vi state facendo da inizio post:

Quando arriveranno in Italia? Che fine farebbero a Roma? Tutti nel Tevere? Come dovrebbe essere per sopportare il manto (?) romano? Come fare per investirci? Come sognare di non perdere anche questo treno?

Francamente sono scettico, anche per colpa dell’attuale stato in cui versa Roma.

Pensate che un tassista francese mi ha detto che ce ne saranno fino a 40mila. Ve lo immaginate qui?

Ma chi lo sa. Il futuro alla fine arriva.

Intanto ecco la nostra storia parigina su instagram, sugli scooter elettrici. come vedete abbiamo fatto davvero “i ritals”…

https://www.instagram.com/stories/highlights/17898686731314641/

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Estate in Carinzia: love mission

Programmiamo il nostro viaggio con i figli in Carinzia, nel sud dell’Austria.

 

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Sono in missione per conto di un demone: le vacanze estive. La soluzione è una fuga in un Eden dove le sadiche pretese dell’Imperatore Agosto non possano soffocarmi.

Userò l’Amore per vincere anche questa sfida. Sarà una Love Mission.

Per questo voglio andare, tornare in Austria, in particolare in Carinzia, terra di pace e rigenerazione, dove non sono mai stato. E ci voglio portare la famiglia.

Mi affido dunque alle mille proposte di Kaernten.at (Carinzia.at), il portale turistico ufficiale, una garanzia.

Vacanze spensierate con i figli sulle tracce del proprio “sapore dell’infanzia”

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Nascondersi in un grande mucchio di fieno o camminare su dolci cime arrotondate. Guardare il sole che tramonta o gustare un semplice pic-nic in riva al lago. Ammirare stambecchi e marmotte in libertà nel loro habitat naturale o semplicemente chiudere gli occhi e tuffarsi dal pontile nelle calde acque di un lago.

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Tutte queste immagini riportano un antico sorriso sul volto e forse risvegliano i ricordi d’infanzia: vivere belle cose insieme ai genitori, sentire la natura sulla pelle, vedere il mondo all’incontrario e vivere un senso di libertà che non ha mai fine.  Proprio questo è il feeling tipico di una vacanza familiare in Carinzia, nel soleggiato sud dell’Austria, in mezzo a un paesaggio naturale incontaminato con laghi balneabili d’acqua pura e potabile e uno scenario alpino che spazia dalle dolci cupole dei Nockberge ai maestosi 3000 degli Alti Tauri. Per le vacanze si alloggia con tutta la famiglia presso albergatori accoglienti, che si sono specializzati nel soddisfare le esigenze di ospiti grandi e piccini. Dalle piccole pensioni alle vacanze in agriturismo e ai “Familienhotel” certificati.

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Si possono provare cose nuove, guardare la mungitura delle mucche o la preparazione del burro in una fattoria, mettere alla prova l’equilibrio con lo stand-up-paddling, tuffarsi in acqua da un albero o cercare i pesci in un ruscello trasparente. A proposito di pesci: avete mai provato a pescarne uno? La Carinzia offre tantissime occasioni per farlo, per esempio con la pesca alpina nel fiume Möll. Gli incontri con gli animali nel land più meridionale d’Austria possono essere estremamente vari e appassionanti. Qui vi aspettano scimmie, aquile, camosci, stambecchi, marmotte e farfalle.

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Sulle tracce del “sapore dell’infanzia”

Aprire il forno a legna e insieme sfornare il pane appena cotto. Raccogliere dolci frutti di bosco. Costruire barchette di carta e farle navigare sul ruscello verso un lungo viaggio. Cose che ci fanno viaggiare indietro nel Tempo. Quando anche noi eravamo bambini. Proprio qui nell’Austria del sud si veniva in vacanza tanti anni fa e oggi si ritorna con piacere insieme ai propri figli, per far rivivere e condividere i ricordi più belli di allora e per costruirne di nuovi. Sul soleggiato versante sud delle Alpi austriache, di nuove idee e occasioni se ne trovano in abbondanza.

Come vengono prodotti il burro e il formaggio? Perché la crosta del formaggio a volte è croccante e a volte è morbida? Quante ci vuole per ottenere del gustoso succo di mele? Con quali erbe si prepara una squisita crema spalmabile alla ricotta? Da dove viene il miele? Domande su domande a cui le vacanze in Carinzia danno risposte complete. Per esempio a Irschen, il paese delle erbe, alla festa del miele a Hermagor, con la preparazione del pane nella valle Lesachtal, alla raccolta delle mele nella valle Lavanttal o presso il caseificio “Schaukäserei” a malga Tressdorfer Alm presso Hermagor. Seguire con tutti i sensi il “sapore dell’infanzia”.

Le numerosissime attrazioni in tutto il land costituiscono un’inesauribile fonte di ricchezza per le vacanze familiari in Carinzia. Più di 100 di queste attrazioni si possono visitare gratuitamente con la tessera Kärnten Card, compresi musei, strade panoramiche, funivie, battelli turistici, parchi acquatici, giardini zoologici e parchi faunistici.

E per finire: chi desidera arricchire le proprie vacanze in Carinzia con una prova di coraggio, può farsi calare con la corda dalla Pyramidenkogel, la torre panoramica in legno più alta del mondo (75 metri). Altrimenti, dopo aver ammirato il panorama incantevole su tutta la Carinzia, si può scendere con l’ascensore oppure con un divertentissimo scivolo coperto.

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Sotto un cielo di stelle… in bivacco oppure in hotel?

In hotel a 5 stelle, in agriturismo o in campeggio, la scelta dell’alloggio soddisfa ogni desiderio. Tra le strutture ricettive più insolite c’è la “Baumhaus” (casa dell’albero) ad Althofen, i bivacchi sul lago Millstätter See, la Sunset-Suite sul lago Wörthersee, le case di terra sul lago Weissensee e le botti “Schlaffässer” a Hermagor.

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Potrei andare avanti per pagine a saccheggiare il meraviglioso ventaglio che mi apre la Carinzia per sedurmi. Ma io sono già conquistato. Da tempo.

Ora è solo il momento di programmare. Per poi aggiornarvi col nostro itinerario ed il resoconto del viaggio da tutti i miei canali social.

Il Canada non è più lontano con Air Transat

Al via il nuovo volo Roma Vancouver: Air Transat lancia la nuova rotta dal 18 giugno

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Il Canada esercita da sempre un grande fascino, soprattutto per il sottoscritto, forse anche perché sembra da sempre “molto lontano” motivo per cui rimaneva un viaggio da fare preparando con cura lo spostamento (con tutta la famiglia).

Ora però la distanza si accorcia notevolmente. Grazie ai voli diretti sempre più numerosi operati da Air Transat. La compagnia aerea canadese, rappresentata in Italia da Rephouse.

Da pochi giorni Air Transat ha lanciato il volo, in esclusiva per l’Italia, no-Stop, Roma-Vancouver*, molto richiesto dalla clientela. Siamo stati alla presentazione in grande stile all’Ara Pacis.

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La rotta consente di raggiungere direttamente l’Ovest del Canada e la costa del Pacifico, opera una volta alla settimana (il sabato) a tariffe particolarmente vantaggiose, che partono da  500 euro A/R, tasse incluse. Il volo è operato con Airbus A330-200 e 300 (333 Economy – 12 Club).

Tiziana Della Serra, Sales & Marketing Director Air Transat Italia ha dichiarato per l’occasione:

Quest’anno abbiamo introdotto, in esclusiva per l’Italia, il volo non-stop Roma – Vancouver, che dal 18 giugno andrà ad aggiungersi all’ampio operativo dei voli diretti per Montréal e Toronto. Il vettore continua ad investire sull’Italia e questo nuovo volo per Vancouver sottolinea l’importanza fondamentale dello scalo dello scalo della Capitale. Anche quest’anno Air Transat conferma ed amplia le rotte e consolida la sua posizione di compagnia aerea viaggi e vacanze di riferimento per il Canada”.

Fausto Palombelli, Executive Vice President Aviation Marketing Development di Aeroporti di Roma ha aggiunto:

“Siamo onorati di essere al fianco di Air Transat in un giorno così importante. L’apertura del  volo diretto per Vancouver porta a 15 le città direttamente servite tra Fiumicino e il Nord America, e la terza in Canada, durante la stagione estiva. Vancouver diventa, inoltre, la seconda destinazione collegata con Fiumicino della West Coast americana, che rappresenta un’importante area di mercato verso la quale auspichiamo un ulteriore sviluppo. 

Come Aeroporti di Roma siamo fortemente impegnati per elevare la qualità dei servizi. Un effort che è stato riconosciuto anche dalle recenti rilevazioni della Airport Council Association, secondo le quali il Leonardo da Vinci è tra i primi scali europei per indice di soddisfazione dei passeggeri; risultato che ci motiva a proseguire sulla direttrice della qualità”.

Air Transat, vincitrice del premio Skytrax 2015 come miglior vettore nord americano per i viaggi vacanze, offre 12 voli da Roma di cui  6 No-Stop alla volta di Toronto, 5 voli No-Stop per Montréal, ai quali si aggiunge la new entry verso Vancouver.

Tra le altre novità della compagnia spicca l’offerta food completamente rinnovata, con il nuovo menu di bordo “Euro Bistro” con una selezione di sei proposte, offerto sui voli Europa-Canada ai passeggeri di Classe Economica.

La compagnia ha anche introdotto tre nuove app e benefit per rendere il viaggio sempre più confortevole, prima della partenza e durante tutto il volo

Per quanto riguarda il bagaglio, Air Transat consente una generosa franchigia per entrambe le classi: 30 kg (1 solo pezzo) per il bagaglio da stiva e 10 kg per il bagaglio a mano per la classe Economica, 40 kg (2 pezzi da 20 kg ciascuno) per la stiva e 15 kg a mano per la classe Club.

*Per prenotare i voli Air Transat, e tutti i servizi offerti dalla compagnia, è possibile rivolgersi a Rephouse GSA, chiamando il numero dedicato 06 59606512 o scrivendo all’indirizzo  airtransat@rephouse.it 

Perché i parchi di Parigi sono i più belli del mondo

Un piccolo giro fra i parchi di Parigi che amo di più. Per ritrovare la pace che oggi pare introvabile.

Scelgo in questi giorni di forzata paralisi intellettuale, di buttare giù un articolo che avevo insieme a mille altri in un cassetto di splendidi ricordi. Scrivo e pubblico perché mi sento comunque ferito e rabbioso, inutile e ricattato, costretto a seguire con morbosa attenzione media e social, ritardando la vita ed i progetti.

Così mi sfogo o almeno ci provo, facendo l’unica cosa che davvero posso fare per omaggiare una città che amo visceralmente e mi affido alla macchina da scrivere del tempo. Quella che mi permette di tornare con la mia famiglia, nella “nostra” Parigi solo pochi mesi fa. A passeggio primaverile nei suoi parchi meravigliosi. Indiscutibilmente, i più belli del mondo.

E vi dimostro perché.

Parigi è una di quelle città (che io conto in una mano, forse due) dove, quando ti svegli al mattino e non devi lavorare, hai solo l’imbarazzo, per non dire impotenza, della scelta di cosa andare a fare o vedere. Tale è la bellezza imponente della città e la ricchezza del suo patrimonio artistico, culturale, commerciale e d’intrattenimento che molto spesso si limitano le visite ai suoi parchi. Di norma scegliendone un paio, magari fra i giardini più battuti.

La fortuna di viaggiare (certo in una città che frequentiamo spesso) con i propri figli piccoli ti permette invece di affrontare subito questo incredibile aspetto di Parigi. Ogni giorno puoi perderti in una cornice verde e rigogliosa diversa, con scenari unici che ti permetteranno sempre di respirare la Grandeur Parisienne. Andiamo a caccia allora, di verde, di profumi, di pace e di speranza.

Jardin D’Acclimatation (Jardin Zoologique d’Aclimatation)

Jardin D’Acclimatation e Fondation Luis Vuitton,

E’ il primo di cui voglio parlare, perché è sicuramente molto curioso. Pur essendo il più antico parco d’attrazioni di Francia (inaugurato nel 1860, alla presenza di Napoleone III), rappresenta anche la modernità, l’esotismo botanico e la contemporaneità della natura metropolitana parigina.

Inoltre non sarà certo la prima tappa che sceglierete a Parigi, perché non è proprio “di strada”. Si trova infatti all’interno (confine nord) dell’enorme Bois di Boulogne, Il Bosco di Boulogne, uno dei più vasti e più amati dai cittadini, ex-riserva di caccia dei Re di Francia, che si estende tra Boulogne-Billancourt e Neuilly-sur-Seine. Appena fuori dall’anello principale (Boulevard Peripherique) della città.  Tuttavia raggiungerlo è facilissimo, come quasi tutto quello che si trova verso l’esterno del grande centro convulso.

Il Giardino d’acclimatazione con un’estensione di circa 20 ettari, si compone di varie e diverse aree giochi e ricreative, da numerose specie di alberi ed insolite vegetazioni. Non è pubblico, bensì con un complicatissimo ma utilissimo sistema ventaglio di scelte (tipico francese) per la tariffa che preferite.

Non manca nulla. Giostre, giochi acrobatici, specchi deformanti, poi il trenino elettrico, il ruscello da ridiscendere con le piccole barchette, il teatrino, il centro equestre.. Perfino i dromedari (che in effetti fanno un po’ pena insieme agli immancabili pony). Si capisce perché sia un paradiso per i bambini.

Quello che però colpisce, lo dico da non estimatore particolare di parchi giochi e affini, è l’ordine e la pulizia che regnano sovrani in questa immensa macchia verde azzurra. Anche i caffè sono perfetti. “Svedesi” oserei dire.

Giardino d'Acclimatazione a Parigi

Persino i carretti dei gelati o dei panini sono di un’eleganza contestuale. Paragonateli ai nostri inquietanti camion-bar…C’è anche una fattoria in stile normanno con tanto di pecore, galline e conigli, oltre alle api che producono un miele 100% parigino e che può essere acquistato all’interno della boutique principale.

Da una decina d’anni poi, l’antichissimo giardino ospita al suo interno la modernissima e sfavillante Fondazione Luis Vuitton, che non può fare a meno di attirarti mentre cammini scrutandola fra gli alberi come farebbe un astronauta che si avvicina ad una nave stellare aliena.

Il contrasto tra questi due mondi, ancorché uniti da un geometrico ordine asimettrico, produce quella particolare sensazione di stupore e sospensione dalla propria dimensione frenetica del quotidiano. Sì, in questo parco, io ho avvertito nitidamente una piccola catarsi. E tornare a casa diventa quasi un ritorno alla realtà.

Fondation Louis Vuitton e Jardin D’Acclimatation

 

Parc Monceau 

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Forse il mio preferito in assoluto. Ci puoi incontrare gli innamorati di Peynet. Evocare i dipinti di Monet. Raccoglierti all’ombra di un meraviglioso albero secolare a leggere Flaubert, Hugo o meglio ancora Proust.

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Manca solo #Peynet. #WeParis

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Un parco pubblico, molto proporzionato (né immenso, né minuscolo), nella zona dell’Arc de Triomphe verso nord/ovest. Ci si entra attraverso le due grandi porte realizzate da Gabriel Davioud in ferro battuto e decorate con ornamenti dorati, dal sapore quasi viennese. Ma, come dicevo sopra, per me è soprattutto il parco degli innamorati e degli impressionisti.

Il giardino è abbellito anche da un gran numero di statue in marmo di famosi personaggi francesi, soprattutto scrittori e musicisti, tra cui Guy de Maupassant, Frédéric Chopin, Charles Gounod, Ambroise Thomas, Alfred de Musset, e Edouard Pailleron.

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Il vero tesoro di Parco Monceau è però quello rappresentato dai suoi rigogliosi alberi secolari e fiori di ogni tipo. Curatissimi, eleganti eppure anarchici nella disposizione (come piacciono a me), essi creano quell’ordine incomprensibile della Natura, per cui dimensioni e colori si sposano con il cielo e le nuvole di Parigi in cornici uniche, offrendo ad ogni sguardo, un quadro indimenticabile.

Sempre all’interno del parco c’è anche spazio per elementi architettonici “vezzosi”, come le Naumachie, una grande vasca ovale circondata da un colonnato semicircolare in stile corinzio.

Ci sono infine il Pavillon de Chartres, un colonnato a pianta rotonda costruito da Claude-Nicolas Ledoux ed una piccola piramide dal fascino esoterico, una giostra antica e splendidi palazzi eleganti che si affacciano quali testimoni muti di tanta bellezza.

 

Jardin des Plantes

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Il paradiso dei fiori. Monumentale quanto antico Orto Botanico, il più grande di Francia. Centralissimo, praticamente sulla Senna, all’altezza di Pont D’Austerlitz.

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Il Giardino delle Piante fa parte del Museo di Storia Naturale, infatti, contiene quattro gallerie: il Museo della Mineralogia, il Museo dell’Entomologia, il Museo della Paleontologia e la Grande Galerie de l’Évolution, dedicata all’evoluzione della vita sulla Terra e all’influenza dell’uomo sul pianeta. Ovviamente rimanendo all’esterno, verrete prima di tutto sedotti dai fiori e dai colori, nel classico stile all’italiana di architettura da giardini.

I contro viali vi permettono di rilassarvi, ed uscire dal rimbambimento di petali e profumi. Giostre e caffè dilateranno il vostro relax.

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Ci sono poi numerose serre con piante esotiche, la scuola di botanica, il giardino alpino con oltre 2000 specie di piante di montagna, il giardino ecologico, il giardino delle rose, il giardino delle peonie, il giardino dell’Iris e un fantastico labirinto realizzato nel XVIII secolo.

 

Jardin du Luxembourg (Giardini del Lussemburgo)

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Fra i più famosi parchi di Parigi. Quasi un’istituzione insieme alle Tuileries, non potevo esimermi da un passaggio anche qui, in uno dei simboli della bellezza parigina. Chiudo con lui, sebbene manchino all’appello tante altre perle (Trocadero, Champ de Mars, Parc de la Villette..ecc.). A me basta quasi il jardin du Palais Royal per restare inebriato.

Torniamo al nostro parco. Situato tra Saint-Germain e Montparnasse, quindi molto centrale, il parco del Palazzo del Lussemburgo è gigantesco. Tra i più grandi di Parigi. La sua magnificenza ti fa quasi inchinare.

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Inaugurato nel 1612 da Maria de’ Medici, il grande giardino pubblico, è costellato da opere d’arte, statue e monumenti come la celebre Fontana dei Medici, con la sua lunga vasca lucente di magici specchi d’acqua e gli alberi ai lati che si conclude in un’edicola.

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C’è anche la Statua della Libertà realizzata da Frédéric Bartholdi, riproduzione dell’originale donata agli Stati Uniti, il busto di Charles Baudelaire, la statua di Beethoven, la Fontana dell’Osservatorio e tantissime altre riproduzioni di personaggi famosi.

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Inoltre, il Senato francese è ospitato nel Palazzo del Lussemburgo. Ripreso da Palazzo Pitti a Firenze (per l’uso del bugnato). Una gemma del barocco francese in mezzo al verde che offre l’idea (consueta, va detto, a Parigi) di trovarsi in una giardino aristocratico, per non dire “di Corte”. Così tendi a camminare con una certa nobiltà…

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Si tratta di un affascinante rischio difficile in cui non scivolare a Paris: una scena che abbiamo già raccontato a proposito degli impressionisti. Una sorta di sindrome di Stendhal della Bellezza.

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Tuttavia la folla eterogenea di ragazzi, turisti, parigini, bambini ti riporta subito coi “piedi per terra”(o dentro un ritratto di Renoir!).  Per non parlare dei settori predisposti per il divertimento dei più piccoli, che diventano veri e propri pollai umani, sempre tuttavia ben circoscritti nel proprio spazio di sicurezza.

E che dire della “bocciofila”? Non è una tela perfetta e strappalacrime di fine ‘800?

Un capitolo a parte lo meritano poi alcuni elementi tradizionali di questi parchi, che io personalmente trovo deliziosi ed emblematici per dimostrare la loro supremazia mondiale.

Parlo degli arredi.

Semplici tocchi di classe francese per strumenti d’utilizzo quotidiano.

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Lasciamo perdere le mille pigre panchine. Quelle di una volta. Comode.

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Ma avete mai visto le sedie? In ferro battuto, mobili. Che vi potete portare dove vi pare. Quanto durerebbero a Roma o a Milano?

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Certo, qui i parchi hanno regole ed orari precisi. Ma il grado di rispetto e cura è dato prima di tutto da chi li frequenta.

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E basta un piccolo angolo di verde nel cuore della città, per capire meglio questa semplice equazione.

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come non amarla? #WeParis

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