Perché amo perdermi a Venezia

Come lasciarsi guidare dalla Bellezza.

Palazzetto Pisani

Facile.

Perdersi a Venezia è facilissimo. Ed è fra le cose che adoro di più de La Serenissima. Sarà perché mi rende altrettanto serenissimo. Come perdersi fra le braccia di una bellissima donna. Un sentimento metafisico. Onirico. Romantico. Estetico.

“Tanto stavolta non ci casco” penso, sapendo di mentire.

Appena scendo dal treno a Santa Lucia e mi avvio rapidamente come un giovane innamorato verso il Canal Grande per aprire il sipario su quello spettacolo e venire investito dall’odore unico di Venezia, capisco che mi perderò. Ancora un volta. L’ennesima.

Ponte degli Scalzi

Occorre essere soli.

Non importa se ho un appuntamento. Se è tardi. Non importa se col vaporetto ci metterei 10 minuti ad arrivare. Chi vi conosce tanto vi aspetta. Al caldo.

I miei piedi prendono automaticamente la direzione di Ponte degli Scalzi, in un cocktail di nostalgia delle cartine che non riuscivi mai a tenere aperte e l’immensa attuale stima per i nostri preziosi amici smartphone geolocalizzanti. Ma è il mio pseudo senso dell’orientamento gestito dalla memoria involontaria a farmi da guida e, sulla base delle mie mille visite, dei miei mille colpi di fulmine, fingo di sapere benissimo dove sto andando*.

(*Tanto che la gente mi ferma per la strada e mi chiede indicazioni, ma questo è un altro discorso, una cosa che mi succede sempre, ovunque nel mondo: io ho la #FacciadaIndicazioni).

Osteria Enoteca Ai Artisti

Poi comincio a fermarmi ad ogni angolo, ogni scorcio, ogni ponticello. Quindi m’infilo da qualche parte, attratto dalle luci di una vetrina, quasi sempre di un bacaro. Luoghi che adoro perché hanno la caratteristica tipica del veneziano. Eleganti e minuscoli, riparati, per non dire nascosti. Tuttavia allegrissimi. Illuminati da quattro candele e quattrocento bottiglie di vino.

Infine comincio a girovagare, sedotto dalla Bellezza e dai sussurri di Venezia. In un attimo mi ritrovo sospeso a guardare un quadro dal vivo. Ad ascoltare quell’immortalità del momento. E i brividi mi attraversano in una catarsi di purificazione.

Istintivamente si è poi portati a seguire il serpente di persone che vanno decise per un certo percorso. Tra loro vi sono quelli che sanno veramente dove stanno andando. Gli ultimi sacri residenti, i resilienti si dovrebbe dire oggi. Gli altri seguono la corrente, come se fossero posseduti. Fino a quando un cartello giallo scuro gli conferma che stanno facendo la scelta giusta. O esattamente sbagliata.

Campiello dei Squelini

“Venezia ha una sua logica”.

L’ho sentito dire da un ragazzo, che camminava con una ragazza (e probabilmente corteggiava…sul velluto). Ed è verissimo. Gli spazi si alternano come in una ritmica poetica. La calle, il ponte, il sottoportego, il campo, il rio, il campiello, la corte, il ramo. Ed ogni volta dopo lo stretto, la vista si allarga, poi curva, si restringe, si riapre. Si specchia.

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Nel frattempo, un albero, un affaccio, una cupola, un palazzo meraviglioso, un campanile, una torre, un piccolo giardino. Il tappeto verde della Laguna serve solo ad apparecchiare lo spettacolo. La scenografia perfetta. Senza mai disordine o confusione, ma rispettando rigorosamente un senso d’armonia estetica altissimo. L’assenza totale del nemico di ogni città (i mezzi a motore con le ruote) fa il resto.

Calle de Mezzo

Perdersi è quindi necessario per “scoprire”. Per ri-trovarsi dinanzi a quello che non ti aspettavi ma che andavi cercando. Nel profondo della tua anima.

Scegliere di fare certe esperienze, poi, in un lunedì sera di metà novembre, o all’alba del giorno non ha eguali. Gli unici rumori che sentirete, saranno quelli dei vostri passi. Perfino a piazza San Marco…

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Svezia da vivere: il paese che non ti aspetti

A caccia di astici

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Un’esperienza unica da vivere sulla costa occidentale della Svezia. Il safari dell’astice e dei crostacei. Prima la pesca in mezzo al mare e all’arcipelago svedese, quindi un pranzo delizioso nella boathouse.

Siamo andati di persona a provare l’emozione di un safari del tutto particolare. Quello dell’astice e dei crostacei. Partiti da Grönemad, a Grebbestad, sulla costa occidentale a circa un’ora e mezza da Goteborg, su un mare che sembra una tavola blu, ci siamo diretti di buon’ora verso i bordi frastagliati dell’arcipelago di Fjällbacka, nel Bohuslän.

A bordo della piccolo peschereccio di lucido legno dei gentilissimi fratelli Lars e Per Karlsson, ci siamo avventurati in una battuta di pesca paziente e meticolosa. Abbiamo personalmente issato le nasse sparse nel canale.

Informazioni pratiche di pesca

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L’apertura della pesca all’astice è avvenuta il 23 settembre. Noi abbiamo potuto godere di un clima eccezionale, fin troppo caldo, parola degli stessi svedesi. In pochi minuti eravamo già a pescare.

Abbiamo scoperto, grazie alle informazioni del nostro capitano pescatore, Per, che un astice può vivere fino a 80 anni, e che viene venduto circa 700 corone svedesi al mercato della zona (molto di più a Goteborg). Tra gli 80 e i 90 euro insomma.

Le femmine di astice (che qualcuno confonde con le aragoste) vengono rigettate in acqua, cosa regolarmente accaduta sotto i nostri occhi, per tutelarne la riproduzione. La femmina in questione era carica di uova.

Meno fortunati i maschi, che abbiamo raccolto e posizionato nelle ceste sul ponte. Insieme a grossi granchi (mentre quelli piccoli tornano in mare), che s’infilano nelle tradizionali trappole con l’esca per gli astici.

Ogni volta la nassa viene ripulita e ripreparata con le esche. E’ un lavoro di precisione e pazienza. Anche perché gli stessi astici vengono misurati e controllati. Nessuno qui può fare il furbo.

Incredibile la sicurezza del nostro ospite nel maneggiare i crostacei a mani nude. Io non avrei la stessa confidenza. Ci vuole poco a giocarsi un dito.

Un ottimo pranzo gustoso a base del nostro pescato sulla palafitta

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Il viaggio è comunque affascinante e incredibilmente rilassante. Dopo qualche ora facciamo rotta verso casa. Per un pranzo a base di crostacei.

Everts Sjöbod, la “casa barca” che poggia su palafitte sembra quasi galleggiare sullo scintillio del mare svedese. Dentro è come essere nella pancia della balena di Pinocchio.

Calda, accogliente, oscillante. E’ un piacere mangiare qui. Un pranzo a base di crostacei freschissimi e frutti di mare, cucina tipica del luogo, in un’atmosfera unica. Con vista sul mare appena solcato.

A fine settembre sarà anche possibile pernottare in due rimesse delle barche direttamente sul mare e rilassarsi in tinozze all’aperto piene di acqua calda!

Vorrei tanto fermarmi qui a godermi questo angolo di paradiso nordico, ma devo già ripartire. Il #SafariSvezia ha ancora tante sorprese da farci scoprire. Seguiteci.

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Sulle orme di Camilla Lackberg

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Siamo andati alla scoperta dell’ambientazione dei gialli di Camilla Läckberg nel suo paese d’origine: Fjällbacka. Natura incontaminata, pesce squisito, pace e silenzio. E qualche mistero…
Non solo astici e crostacei dunque, nel nostro splendido giro della Svezia Occidentale. Da Göteborg in macchina (un’ora e mezzo circa) si raggiunge la deliziosa Fjällbacka. Un paesino che sembra un piccolo presepe sul mare del nord.

Attorno a Fjällbacka si trova un arcipelago mozzafiato di isole di rocce di granito, perfetto gite in barca, escursioni in kayak di mare e safari ai frutti di mare. Da qui si raggiungono le isole più occidentali della Svezia e la riserva naturale Väderöarna.

Fjällbacka: nel paese del giallo

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Ma c’è un altro motivo che attira tanti curiosi viaggiatori amanti dei gialli in questo paesino. Proprio qui infatti si svolgono tutti i romanzi della scrittrice di gialli Camilla Läckberg. Fjällbacka è la sua città natale.

È qui che la Läckberg ha trascorso un’infanzia idilliaca tra le case di legno colorato, giocando su assolate scogliere e scrivendo avvincenti storie di crimine. Sembra strano pensare che un posto del genere sia teatro di storie oscure e investigative, tuttavia c’è un fascino di isolamento che non potrà sfuggire al visitatore più attento.

Esistono tour tematici sui luoghi dove si sono svolte molte delle scene della fiction (che stanno girando) o, molto più inebriante, andare a caccia dei luoghi dei libri girando da soli con una cartina e passeggiare nella zona di Backarna, dove vivono Erica Falck e Patrick Hedström, visitare la torre a Badholmen e continuare verso le gole di Kungsklyftan, rivivendo gli omicidi più efferati dei romanzi.

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Già raggiungere la cima di Vetteberget che sovrasta il paese e che offre una strabiliante panoramica dell’arcipelago, potrebbe risultare una piccola avventura…

È da poco uscito in italiano l’ultima opera, Il bambino segreto. Si tratta del quinto episodio della serie, un successo di oltre 12 milioni di copie nel mondo e 700.000 vendute in Italia. Dal primo romanzo La principessa di ghiaccio, vincitore in Francia del Grand Prix de Littérature Policière, sarà ora realizzato anche un film per il cinema.

Una cena indimenticabile

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La Läckberg non scrive solo romanzi polizieschi ma anche libri di cucina insieme al suo vecchio amico d’infanzia Christian Hellberg, capo chef presso l’ottimo ristorante di pesce Bryggan Fjällbacka che si affaccia sul mare. E dove ho avuto la fortuna di cenare.

Fuori il mare è una tavola lucida e luminosa, dentro l’atmosfera è accogliente e calda, i piatti sono ricercati e davvero indimenticabili.

Nel paese sono tutti vicini se non parenti, così dal ristorante ho bevuto un bicchiere nel pub accanto al ristorante per poi andare a dormire nell’affascinante Stora Hotellet Bryggan, la cornice ideale per comprendere questo percorso.

Ingrid Bergman sull’isola di Dannholmen

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Fjällbacka ha anche un legame importante con la mitica attrice svedese Ingrid Bergman, che dal 1958 trascorreva le proprie vacanze sull’isola di Dannholmen, definendolo “il mio posto sulla terra”. Dopo la sua morte, nel 1982, le sue ceneri sono state sparse nelle acque intorno all’isola e nella piazza del paese che, in suo onore è stata rinominata piazza Ingrid Bergman, si erge una statua in sua memoria, con una epitaffio inequivocabile: “As time goes by”.

CNN Travel ha di recente stilato una lista delle “ultime 10 grandi aree di natura incontaminata al mondo ” e la costa della Svezia Occidentale è al settimo posto della lista. Non è difficile capire perché godendosi un tramonto in questo posto.

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Stångehuvud: la Svezia che non ti aspetti

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Il mare svedese non lo immagini così. Rocce rosa e tramonti di fuoco. Siamo nella riserva naturale di Stångehuvud, a Lysekil. Nella Svezia Occidentale.

Qualcuno potrebbe pensare che la Svezia sia cromaticamente ricca di colori autunnali e comunque non campionessa di tramonti sul mare. Errore. Ho avuto la fortuna di affacciarmi sulla costa proprio in questa stagione, e guardate che spettacolo.

Come abbiamo già avuto modo di scoprire, avventurandoci sulla costa occidentale, nel Bohuslän, a poche ore da Göteborg, La Svezia nasconde gioielli rari e preziosi. Fra questi c’è sicuramente Lysekil.

La riserva naturale di Stångehuvud

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Un piccolo comune svedese di situato nella contea di Västra Götaland di cui è anche capoluogo. Il paese è semplice e pulito, ma alle sue spalle nasconde un vero angolo di paradiso selvatico. La riserva naturale di Stångehuvud.

Il mio blogtour #safarisvezia in solitaria, mi ha portato nell’albergo più suggestivo della zona: Strandflickorna, in una camera sul tetto con terrazzo, che ancora rimpiango. Già da qui si gode una panorama incredibile.

Incamminandosi verso nord, dopo una corta passeggiata fra rocce disposte come se fossero Moai, si arriva sulla parte settentrionale del fiordo Gullmarsfjord. Qui comincia la riserva.

Formazioni granitiche incredibili, a perdita d’occhio. Salendo sulle rocce, c’è anche un’insolita flora tipica del luogo e molti piccoli laghi che riflettono il cielo svedese.

Dall’altro lato il mare, e i tanti isolotti nello Stretto di Skagerrak che si sdraia sull’orizzonte, acceso dal sole caldo e bianco. Un silenzio ed una pace intorno da non voler più andar via.

Paesaggi e panorami incredibili

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Essendo infatti così “vicino di casa” di tale e tanto spettacolo. Me lo sono goduto al tramonto e poi al mattino dopo, con una variazioni di luci superlativa. Ogni minuto un raggio di sole diverso.

Rosso fuoco, giallo intenso, rosa, azzurro, lilla, indaco. Quindi di nuovo bianco, argento, oro, blu. Profili nitidi, ombre lunghe e ricamate. Un poesia di ricami naturali, contorni di roccia, pennellate di nuvole, dove perfino le fotografie, in quanto artifici umani, diventano vagamente oziose.

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Una notte romantica sul mare svedese tra Lysekil e Fiskebäckskil

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Una serata romantica da incorniciare. Sulla costa occidentale svedese, in battello da Lysekil a Fiskebäckskil, per poi fare una cena squisita a Gullmarsstrand, sul mare luminoso del grande Nord. Lysekil mi è rimasta nel cuore, lo ammetto. Non solo quindi le rocce rosa della riserva naturale di Stångehuvud in quel di Lysekil, ma anche per una fiabesca fuga notturna a Fiskebäckskil.

Prendere il battello in tutta la Scandinavia è una cosa normale, lo so bene. Più o meno come i vaporetti a Venezia. I “pendolari” vanno avanti indietro, da un isolotto ad un fiordo, leggendosi un libro o chiacchierando come in metro.

Ma per chi non è così abituato, il fascino e la meraviglio di quei minuti sospesi su panorami del genere, soprattutto alla sera, con il crepuscolo che resta a colorare l’orizzonte, diventa un’esperienza fatata.

Direzione Fiskebäckskil tra emozioni leopardiane

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Sono partito da Lysekil, direzione Fiskebäckskil, un minuscolo paesino di pescatori che sembra un piccolo plastico sul mare, mentre la notte scendeva placidamente silenziosa su tutto l’arcipelago.

Intorno a me le onde dolci di un mare blu che avvolge, e quasi protegge la solitudine del viaggiatore, con i suoi pensieri che scavalcano i confini del mondo geografico. La luce dei fari sullo zenit incorniciata dagli intensi colori del tramonto autunnale.

Il vero pericolo di certe emozioni leopardiane, quando sei completamento rapito dalla bellezza della natura, con una colonna sonora tutta tua, è che sbagli a scendere alla fermata giusta.

Per fortuna i gentilissimi marinai della nave, mi hanno ricordato che la mia meta era in effetti Gullmarsstrand, e mi hanno riportato a bordo per l’ultima tappa.

Gullmarsstrand

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Gullmarsstrand è in effetti molto più di un ristorante o un hotel. E’ un vero e proprio rifugio di lusso sospeso sulle acque. Luogo di contemplazione e di ristoro. Dell’anima.

Anche il fisico però ne giova molto, soprattutto se posizionato al tavolo più bello, ti godi una cena squisita a base di astice, frutti di mare, pesce del luogo e strepitoso dessert.

Lasciare questo posto non è stato facile e non è difficile intuirlo. E il freddo cominciava a salutare l’inverno alle porte. Per fortuna il battello è ben coperto, pronto per la stagione più lunga.

Il mio #SafariSvezia non termina qui, rimane Göteborg, con il suo fascino, tutta da scoprire. Restate in scia allora. Följ oss!

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Go to Göteborg

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A Göteborg si conclude il mio indimenticabile viaggio nella Svezia occidentale. Ho troppi ricordi ed una sola certezza, un consiglio per i nostri lettori: venite qui per il Natale, ma anche prima o dopo.
Göteborg è la seconda città più grande di Svezia, a Natale s’illumina come il resto del paese grazie a varie istallazioni, di cui molte ispirate al design contemporaneo svedese ed altre alla tradizione più antica. Ben 3 km lungo il “Viale della Luce” dal teatro dell’Opera al porto attraversando la città fino al grande parco di divertimento Liseberg con il suo famoso mercatino di Natale addobbato con milioni di luminarie.

In effetti io sono stato a Göteborg durante il mio #SafariSvezia, quindi durante il primo autunno, per la stagione della pesca di astici e frutti di mare. Ma posso immaginare il fascino di questa città di mare che ha una magia notturna del tutto particolare.

Un tappeto di luci

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Se c’è una cosa che mi ha colpito passeggiando di notte per i viali alberati e lungo i canali che rispecchiano la quiete del paesaggio, è stata proprio l’abitudine dei cittadini di illuminare in qualche modo la propria presenza dietro ad ogni finestra. Una candela, un abat-jour, un faretto. Alzando gli occhi non potrai fare a meno di scoprire la vita dentro gli austeri edifici della città svedese.

E’ come se Göteborg non volesse mai lasciarti del tutto da solo, o farti sentire “trascurato”. Del resto le grandi finestre senza tende o persiane sono tipiche del Nord Europa. Una volta una mia amica berlinese mi fece notare, mentre mi lamentavo da uomo del sud perché il sole veniva a risvegliarci al mattino senza un velo a proteggerci: “Prova a fare un inverno intero qui, poi vediamo se metti gli scuri..”.

All’avventura

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Tuttavia questa condivisione di luce e intimità, senza mai trascendere (notate bene) nel caos, è una delle cose che più amo delle terre nordiche. Il mio tour cittadino comunque è partito dal convulso First Hotel G, nella pancia della stazione centrale, uno degli hotel più grandi e moderni della città, con 300 camere ed il sontuoso Cristal Champagne Bar ispirato dallo zar Alessandro II.

Da una posizione così “ombelico” non resta che avventurarsi a piedi per le vie del centro. C’è il Food Market, quello dei fiori, la Fish Church (Feskekyrkan, la curiosissima “chiesa del pesce”) e le vecchie vie di Haga, il quartiere più antico, ora crocevia dello shopping.

Ovviamente Göteborg é ricchissima di grandi spazi al coperto, tra centri commerciali, mercati e dehors riscaldati per affrontare al calduccio l’inverno. Nel quartiere vecchio le bancarelle di natale vendono oggetti fatti in casa e prodotti locali.

Giro navale

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Dal canale centrale fuori il Market Hall si può prendere una delle tante chiatte che fanno fare un giro navale della città. Solo così scoprirete la totalità di Göteborg, facendo attenzione ad abbassare bene la testa sotto qualche ponte.

L’effetto più sorprendente è quando la si rialza all’ultimo passaggio. Prima di entrare nel grande porto (il primo porto marittimo della regione scandinava) che si spalanca sulla costa.

E’ tutto così gigantesco che le enormi navi accanto alle gru sembrano piccole. Il ventre del cantiere navale sull’acqua fa davvero effetto. Si riesce quasi a capire come si dovrebbe procedere per rimorchiare la nostra tragica Concordia.

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L’area di Lilla Bommen (punto di partenza per numerose crociere) è dominata dalla Goteborg-Utkiken, egocentrico edificio moderno rosso e bianco, opera dell’architetto Ralph Erskine, meglio noto tra gli abitanti, come il grande rossetto.

Proprio ai suoi piedi, è ancorata la Barken Viking, un veliero in acciaio a quattro alberi costruito nel 1906 da Burmeister & Wain. Il contrasto connessione tra classico e moderno è perfetto , come in tutta la città.

Tornato a terra, in serata ho cenato nell’elegante ristorante Hos Pelle. Intimo e ricercato. Un pasto di alta qualità. Cucina svedese tradizionale con un tocco moderno ed internazionale, utilizzando prodotti di stagione. Chef Pelle Danielsson, verrà al vostro tavolo per sincerarsi che sia tutto di vostro gradimento.

Al mattino successivo sono tornato al porto. Per fare una gita a Röda Sten e visitare il Röda Sten Modern Art Museum. Il piccolo tragitto merita per rivedere Göteborg dal mare.

Ma soprattutto perché si arriva proprio sotto il ponte Alvsborg, un piccolo e verde golden gate, tutto svedese, davvero suggestivo.

L’intera zona è di una pace e di una tranquillità che è facile comprendere come jogging, yoga e meditazione s’intreccino volentieri da queste parti. In un silenzio conturbante.

Fra le opere esposte al Röda Sten Konst Hall, devo essere franco (non essendo un amante di Biennali), mi ha colpito soprattutto l’ironica collezione di facce di Nabil Boutros, che ci lascia intuire quanto sia spontaneo (anche e soprattutto nell’ansia antiterrorismo islamico) essere traditi dalle apparenze.

Tradizioni natalizie

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In ogni caso eccomi arrivato alla fine di questo splendido viaggio. Spero di avervi fatto scoprire una Svezia meno conosciuta e proprio per questo più affascinante. Non mi resta però che ricordare come proprio qui ora il mercatino di Natale di Liseberg. Il più grande della Scandinavia, oltre alle celebrazioni di Santa Lucia che rappresentano una delle tradizioni più antiche della Svezia.

Il 13 dicembre di ogni anno la Svezia festeggia Santa Lucia con canti, candele, luci e i tipici dolci allo zafferano “lussebullar”. L’incoronazione di Santa Lucia di Göteborg ha luogo il 6 dicembre ore 18 sulla piazza Götaplatsen a cui seguiranno concerti presso Vasakyrkan il 12 (ore 18.30) e il 13 (ore 18.30 e il 20.30). Concerti sono previsti in diverse altre chiese della città. Si possono anche vedere Santa Lucia e il suo corteo nel centro commerciale Nordstan il 24 novembre e il 1 dicembre alle ore 12.

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Testo e foto © By RondoneR

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Tel Aviv e Gerusalemme: Capitale di Stato e Capitale delle Religioni.

Racconti e ricordi di viaggio. Tel Aviv e Gerusalemme.

Tel Aviv: il moderno cuore d’Israele e la sua antica memoria

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Il nostro blog tour in Israele comincia da Tel Aviv, la capitale. La parte laica e mondana, moderna e indipendente, piena di vita e di voglia di interagire, come ci ha spiegato la blogger star Ido Kenan con cui abbiamo cenato la prima sera.

In effetti Tel Aviv ha anche un’altra faccia, anzi proprio un’altra città accanto alla quale poi essa è sorta ed è cresciuta dalla sabbia in nemmeno mezzo secolo. Stiamo parlando della “vecchia” Jaffa, dalla quale siamo partiti proprio con la prima squisita cena e al mattino dopo, di buon’ora, per scoprire i suoi affascinanti meandri.

Il Flea Market è un frequentatissimo mercato artigianale fatto veramente con tutto quello che si può trovare e perdere nella vita. In questa zona si possono comprare pezzi d’antiquariato, tappeti pregiati sdraiati serenamente sulla strada ma anche scarpe usate e vecchi telecomandi.

Addentrandoci nella cittadella, in perenne fase di restauro e riqualificazione (dagli artisti di un tempo ora arrivano ricchi appaltatori), dove i nomi delle strade sono segni zodiacali su belle maioliche blu, siamo stati gentilmente condotti dalla nostra ottima guida Uri Bar-El, a visitare il bizzarro museo casa di Ilana Goor.

Un posto veramente incredibile. Un piccolo castello incastonato nell’antica città, ricco di opere d’arte dell’eclettica artista, che vive in questa casa resa museo anche per i tesori raccolti dai sui infiniti viaggi in giro per il mondo.

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Il volto contemporaneo di Tel Aviv

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Dopo pranzo abbiamo cambiato completamente scenario e orizzonti marini, per passeggiare nella Tel Aviv giovane e moderna, passando da Neve Tzedek, Sheinkin Street fino al ricco e pulsante Rothschild Boulevard, dove il conflitto tra lo stile protetto delle case Bauhaus e i nuovi grattacieli della skyline di TLV è solo apparente.

In serata non potevamo saltare la lunga notte sulla spiaggia e nei locali di questa città che non dorme mai. La nostra piccola delegazione di blogger (#israeletour12 su Twitter) si è avventurata sull’affascinante e curatissimo lungo mare per cenare al Boya, quindi una guida notturna, Doron Orer, della Tel Aviv Tourist Association ci ha iniziato ai piaceri della nightlife di Tel Aviv. Ci sono locali di tutti i tipi. Per ogni esigenza. La noia non esiste.

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Gerusalemme: Capitale mondiale della Fede.

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L’avevo lasciata alla fine. Gerusalemme. Dove abbiamo passato le ultime giornate del meraviglioso Israele Blog Tour. Ed ora, guardando quello che ancora succede tra Gaza e il resto d’Israele, mancano quasi le parole.

E’ la seconda volta che capito a Gerusalemme. Una città di cui mi sono subito innamorato. Che ho sentito subito parte di me. Come se l’avessi sempre conosciuta. Come se la sua Storia ti appartenesse geneticamente. Come ti può succedere solo ad Istanbul, (parzialmente ad Atene), ed ovviamente a Roma (forse anche a Il Cairo, ma non ci sono mai stato). Ci metto anche Venezia, ma per ragioni diverse.

Non posso negare che la sua bellezza ed il suo fascino non siano anche collegati da questo strano clima di instabilità che si avverte passeggiando dentro le sue antiche mura, o avventurandosi fuori, per vederla da lontano ed ammirarne la grandezza.

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Capitale di Fede, controsensi e conflitti

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E’ come se Gerusalemme fosse sempre in guerra, comunque senza una vera pace, eppure sempre viva e inebriante. Una capitale di controsensi e conflitti, di Storia e di Fede. Di ansia e desiderio. Voglia di rimanere, nonostante (o anche per questo) a volte, si abbia paura.

Non voglio nemmeno negare che questa sensazione d’irrisolto sia pericolosa. Che la casba babelica dei mercati aperti e chiusi a seconda del giorno della settimana, del quartiere, dell’incrocio fra due vicoli, ti faccia vacillare; che la massa dei turisti, mischiata ai pellegrini, più o meno afflitti da sindrome credibile di credenti ortodossi, ai mercanti, ai soldati, ai residenti poliglotti, conduca ad una forma di assuefazione e stordimento.

Ma basta una sera profumata, di spezie e di incensi, mentre campane e muezzin riecheggiano soavemente, un succo di melograno, ed il tuo scorcio preferito. Che sia sulla convulsa via Dolorosa, dalla spianata della Cupola della Roccia a mezzogiorno, dai tetti o dai bastioni al crepuscolo, dalla Torre di David o dal Monte degli Ulivi al mattino, dalla Chiesa della Dormizione o dalla Basilica del Santo Sepolcro all’alba. E ti sentirai nel ventre del mondo dell’uomo. Respirando la Storia dell’umanità e dei suoi dei.

Sulle orme di una profonda spiritualità

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Non saprei nemmeno come fare ordine nei nostri (e nei miei personalissimi) giri della città. Non credo che vi occorra leggere ancora una volta di come sia divisa al suo interno, delle sue nobili Porte, ognuna ricca di aneddoti e leggende.

Quello che posso provare con presunzione ed ignoranza a suggerire è di parlare con la gente del luogo. Non abbiate paura a chiedere le originali storie di ogni incredibile “prossimo” che incontrerete a Gerusalemme. Vi renderete conto che i tessuti, le famiglie e le amicizie vanno supremamente oltre gli orrendi muri moderni che ghettizzano territori e bandiere.

Potrete mangiare e bere gomito a gomito con quelli che dovrebbero, secondo le illogiche strategie politiche, viste magari da lontano, essere nemici atavici. Verrete accompagnati “oltre i confini” tra guardie e contrabbandieri di ricordi. Di verità private. Custodite nei dialetti locali.

Non abbiate paura di chiedere di Betlemme, anche se le vostre guide ve la nascondono. Non abbiate paura di toccare il Muro Occidentale per poi salire sulla spianata per ammirare da vicino Al-Alqsa, che sarà senz’altro la protagonista principale delle vostre foto. Non dimenticate di visitare lo Yad Vashem e preparatevi a tremare, in quel caso.

Camminate dove ha camminato Gesù. Toccate le sue impronte. Accarezzate gli ulivi millenari dell’Orto di Getsemani. Seguite e rispettate le usanze greco-ortodosse, scoprite la chiesa russa, le tradizioni e la discrezione dello Shabbat. Ognuno racchiude un suo percorso, nessuno vi sembrerà fuori posto. Nemmeno noi lo siamo e lo saremo mai. A Gerusalemme.

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Foto © By RondoneR [con la collaborazione di Susanna Picucci]

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